Diete per Patologie COSTUCCI

Diete per patologie: perché è necessario seguire una alimentazione specifica nelle patologie?

Amo molto una riflessione che ho letto nella prefazione di un libro che tratta alcuni approfondimenti su un Metodo Nutrizionale a me molto caro, ed è per questo motivo che la riporto brevemente: “Se l’umanità è sopravvissuta per migliaia di anni quando ancorano esistevano i ritrovati della moderna ricerca medica e farmacologica, forse è ingiusto e privo di buon senso ignorare le osservazioni degli Antichi, considerandole poco scientifiche o ingenue solo perché ancora non adeguatamente verificate dalla scienza moderna.

Probabilmente oggi sopravalutiamo il potere curativo dei farmaci, a discapito dell’utilizzazione della capacità terapeutici degli alimenti stessi e della possibilità di rallentare, risolvere, bloccare, prevenire gli effetti nocivi .” A parlare in questi termini è un team di medici che ha dedicato la propria vita nel perfezionare un metodo capace di sfruttare le caratteristiche degli alimenti che influiscono biochimicamente su molti parametri apportando pertanto incredibili vantaggi all’organismo.

L’abitudine di generalizzare il piano alimentare giornaliero e settimanale di una persona affetta da qualsivoglia patologia è quindi frutto di un approccio estremamente superficiale e poco responsabile. Sappiamo bene che nella società attuale tutto deve essere “fast e standardizzabile” ma diciamo la verità! Ogni patologia è differente dalle altre e richiede attenzione, cure e scelte dietologiche specifiche.

Probabilmente dovremmo anche fermarci ed osservare, confrontare e fare statistica dei risultati che vediamo di fronte a noi quando usiamo una dieta specifica, non solo, dovremmo anche provare differenti schemi alimentari per risolvere lo stesso problema. Volendo portare degli esempi a questo proposito, soffermiamoci un attimo sulle gastralgie. Esse possono realizzarsi come conseguenza di errori nelle abitudini alimentari tra cui: mangiare troppo velocemente, masticare poco, assumere pietanze troppo calde o troppo fredde, alimenti e bevande estremamente acidificanti a nostra insaputa (es: caffè, proteine animali, bevande gassate, etc…)

Allo stesso tempo possono nascere in modalità iatrogena ovvero come conseguenza di alcune terapie farmacologiche come ad esempio l’assunzione sconsiderata di antinfiammatori non steroidi, cortisonici, aspirina. Spesso dimentichiamo che la comparsa di nitriti nelle urine, segno di infezione urinaria, può essere facilmente controllata attraverso scelte nutrizionali mirate ad acidificare le urine, con lo scopo di impedire lo sviluppo di batteri, che peggiorerebbero ulteriormente l’infezione.
Il diabete come sappiamo tutti è una malattia cronica con innumerevoli conseguenze negative, infatti riduce la qualità della vita quotidiana in maniera totalizzante, ma nell’uomo è più rischiosa rispetto alla donna, sai perché?.

Nell’uomo manca l’effetto protettivo indotto degli ormoni estrogeni della donna in età fertile, infatti il cortisone (ormone tipico dell’uomo) è iperglicemizzante, ovvero rialza il livello del glucosio nel sangue, realizzando quindi una spinta importante per favorire la progressione dell’organismo verso la slatentizzazione della malattia. La donna tuttavia, quando entra in menopausa, se non sa come modificare la sua dieta, perde l’ effetto protettivo dato dagli estrogeni (che calano drasticamente in menopausa) infatti anche nel suo organismo tendono ad aumentare gli ormoni androgeni (come nell’uomo).

E’ per questo motivo che dalla menopausa in poi, il rischio di diabete tende ad essere simile sia nel sesso maschile che femminile. Esiste un metodo nutrizionale che aiuta moltissimo a ridurre o eliminare le condizioni “negative” della menopausa. Cosa possiamo fare se vogliamo aiutare l’uomo? E’ estremamente necessario saper conteggiare correttamente la quota proteica allo scopo di contenere il rialzo glicemico, naturalmente allo stesso tempo bisogna proteggere il rene dall’eccesso di proteina animale!.
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In cosa consiste una alimentazione per patologie come può aiutare a vivere meglio…

Ma allora in cosa consiste una dieta per le patologie? E’ un metodo sicuro, efficace e con risultati scientificamente provati, atto a osservare completamente i segni ed i sintomi di ciascuna malattia, li compara insieme e riesce a selezionare quelle proposte alimentari capaci di ridurre le azioni irritative, gastrolesive, acidificanti, in favore di azioni lenitive, alcalinizzanti, cicatrizzanti, eupeptiche, vasodilatanti, antibatteriche, stimolanti, antimeteorismo, ed anche provocanti, cioè azioni che sollecitano i meccanismi difettosi, per poi realizzare nel pasto successivo azioni di sostegno verso l’organi bersaglio.

L’alimentazione specifica per le patologie può anche servire in
caso di patologia non collegata al sistema gastrointestinale, come nell’edema polmonare, in cui sarà necessario aumentare la velocità metabolica, con lo scopo secondario di realizzare un aumento della diuresi per diminuire l’edema il un caso di congestione del polmone. La sequenza del piano alimentare in questo caso dovrà attivare maggiormente la tiroide, il fegato e il drenaggio renale.

Da quanto detto finora capiamo bene che seppure esista già una conoscenza precisa circa i componenti di un determinato alimento (KCal, prox, vit, minerali, etc),questa conoscenza non basta per un efficace intervento nella patologia.
L’alimentazione per patologie impone al medico di conoscere a fondo la fisiologia e la fisiopatologia delle funzioni degli organi, e ci spinge a imparare come abbinare davvero gli alimenti, in quanto lo stesso ortaggio o proteina, abbinata ad un altra pietanza, svolge due effetti totalmente differenti.

Alla luce di questa specificità e di questo livello di approfondimento della materia, si potrebbe dire che la maggioranza degli schemi nutrizionali sia “scelta a caso e troppo generica”.
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Come può’ fare una alimentazione così ad aiutare una patologia?

Se è vero che questo detto finora sembra difficile, e lo è, è altrettanto vero che per il paziente tutto si traduce in termini molto più semplici e facili da seguire. Infatti il “lavoro duro” lo deve fare il medico! Tu avrai il tuo schema nutrizionale che subirà modificazioni più o meno frequentemente, a volte anche giornaliere, sulla base dei risultati/ reazioni che appaiono, ma tutto sarà proposto in modo da poter essere praticato con un minimo di impegno.
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Quando fare questa dieta? cosa mangiare?

Naturalmente questo tipo di approccio può essere adatto a tutti i tipi di patologie, da quelle meno gravi a quelle più invalidanti. Data l’esistenza di una patologia, devono essere sempre eseguiti esami clinici (sangue o feci o urine o eco etc….), e valutato tutto il quadro anamnestico, comprese le possibili interazioni tra i farmaci assunti. Non dobbiamo fare l’errore di pensare che il metodo nutrizionale per le patologie valga solo per una malattia allo stadio iniziale o relegata al sistema digerente!

La dieta per patologie risulta estremamente performante nelle malattie dell’apparato gastroenterico come le gastralgie, nei disturbi epatici o della cistifellea, nelle intossicazioni ed epatiti, quando le transaminasi si alzano, nella statosi epatica, nelle calcolosi, dispepsie, insonnia, anemia. Possono essere validamente approcciate anche le iperbilirubinemie, le infezioni renali e sessualmente trasmesse, tutte le problematiche intestinali e quelle della pelle correlate a disbiosi o dalla coesistenza di una sindrome da permeabilità intestinale. Possiamo essere d’aiuto anche in condizioni patologiche dell’apparato polmonare, nella tosse, influenza, nelle patologie ossee come l’osteoporosi, articolari, cefali cronica, nell’amenorrea o nella dismenorrea, nella ipertricosi, ovaio policistico, endometriosi, nel diabete, nell’infarto cardiaco etc.
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Quanto mangiare?

Uno degli aspetti più entusiasmanti del metodo nutrizionale per patologie risedé nel fatto che non si debba necessariamente mangiare poco, e neppure rinunciare ad alcune metodologie di cottura come si professa in altri Metodi! Molte volte le pietanze non saranno pesate e non si deve seguire una dieta ipocalorica, per questo non serv conteggiare le Kcal giornaliere! Lo so che sembra strano ma a volte il frutto risulta estremamente utile, e cambierà addirittura la risposta dell’organismo se scelgo di friggere in un modo piuttosto che in un altro!

A questo punto voglio farti un esempio proprio sulla frittura,
una modalità di cottura che quasi tutti i metodi nutrizionali denigrano, solo perchè non hanno studiato in modo approfondito cosa accade. Prima di tutto bisogna che tu sappia questo: durante lo shock termico che accade nell’immersione nell’olio bollente si attua una rapidissima disidratazione dell’alimento stesso, questo permette il trattenimento della maggioranza dei nutrienti dentro l’alimento stesso.

Se si rispetta la temperatura giusta inoltre, non si verifica l’assorbimento dei lipidi all’interno, cosa che invaliderebbe lo scopo principe di questa cottura. Detto questo esiste la cottura fritta-dorata e quella panata, nel primo caso l’alimento deve venire a contatto con la farina e successivamente nell’uovo, poi nell’olio. In questo caso per il contatto diretto dell’uovo sbattuto con l’olio, avremo una stimolazione epatica più importante rispetto alla modalità panata, dove l’alimento deve essere immerso nell’uovo, successivamente nel pangrattato e poi nell’olio. In questo caso infatti l’azione di stimolo sul fegato sarà più mite a causa della presenza del pangrattato.
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Da chi e dove andare?

Per la complessità della fase di analisi, comparazione e diagnosi, del confronto tra le interazioni dei farmaci addirittura con certe pietanze, è necessario rivolgersi ad un medico specializzato.

Infatti altre figure professionali non sono abilitate a analizzare i risultati di analisi del sangue o di laboratorio in genere, non possono redigere prescrizioni sia di farmaci allopatici o naturali (attenzione, naturale non significa che non possa essere mal impiegato!), non hanno la “forma mentis” né l’autorizzazione a eseguire una diagnosi o a formulare una terapia. Come sarebbe bello se potessi mitigare, rallentare, bloccare, risolvere in parte o in toto la tua patologia, quella che ti porti dietro magari da molto tempo, quella che ti mette a disagio perché devi sempre rinunciare alla socialità, non ti fa mai intravedere un raggio di sole all’orizzonte, e soprattutto ti fa rinunciare ad un sacco di cose entusiasmanti della vita?

A volte le soluzioni sembrano difficili solo perché non siamo sulla strada giusta, ci siamo perso in un labirinto o in un circolo vizioso senza fine. Ma se trovi il bandolo della matassa. che c’è sempre, in quanto ogni matassa ha il suo inizio e la sua fine, allora anche le situazioni più complesse, possono finalmente essere migliorate se non risolte completamente e stabilmente. Come dico sempre: “c’è bisogno di coraggio per iniziare, di forza per resistere, della volontà per terminare ciò che deve essere fatto” Se le mie parole ti hanno fatto sorgere dubbi sulla possibilità di migliorare la tua condizione fisica, chiamami, potrei avere una buona strategia per aiutarti in modo sicuro, scientifico e con risultato stabile nel tempo!

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